I tartassati è un film italo-francese del 1959 diretto da Steno.
Prodotto da Mario Cecchi Gori, il film può essere considerato in senso figurato un seguito di Guardie e ladri “in versione medio-borghese”, difatti i due protagonisti si ritrovano negli stessi ruoli di “ladro” e “guardia”. Ma a differenza di quanto succede nell’altra pellicola dove i furti sono in qualche modo “moralmente giustificati” dalla povertà di Totò, qui egli è ricco e ruba per avidità.
Trama
Roma, primi anni del Boom economico. Il cavalier Torquato Pezzella possiede e gestisce un lussuoso negozio di abbigliamento molto ben avviato. Una mattina riceve la visita di due agenti della polizia tributaria, il maresciallo Topponi e il brigadiere Bardi, inviati dalla Guardia di Finanza per una verifica fiscale.
Pezzella è un evasore convinto e, guidato dai consigli del suo esigente consulente fiscale (interpretato da Louis de Funès), tenta maldestramente di ingraziarsi in tutti i modi l’integerrimo maresciallo per cavarsela con una piccola ammenda. Nel frattempo suo figlio Agostino corteggia la giovane Laura, figlia del maresciallo, e l’amore tra i due inasprirà ancor più la situazione tra equivoci e goffi tentativi di corruzione. Il maresciallo Topponi, implacabile, stende infine il suo rapporto di indagine fiscale che condannerebbe il commerciante al pagamento di un’enorme multa.
Il cavalier Pezzella ricorre così a un ultimo estremo tentativo, suggeritogli ancora una volta dal suo meschino consulente, quello di sottrarre la borsa del maresciallo contenente i documenti del suo accertamento, con l’intenzione di bruciare le carte. Pentitosi infine del gesto dopo essersi confidato con il suo cappellano di fiducia, restituisce il maltolto consegnandosi di fatto al maresciallo. Tra i due scoppia l’amicizia e, da futuri consuoceri, insieme progettano di tentare la fortuna giocando al Totocalcio.